L’ex membro dei Pooh racconta dei suoi 74 anni e fa un bilancio della sua vita, la sua paura più grande è quella di lasciare la sua bambina avuta nel 2013.
In occasione di un’intervista ai microfoni dei Lunatici, su Rai Radio2, Riccardo Fogli parla della sua vita e della paura di morire. Il tempo che passa sta diventando un problema per l’artista che non vuole lasciare sua figlia, nata nel 2013 dalla moglie Karin Trentini, trent’anni più giovane.
Le dichiarazioni di Riccardo Fogli
Come riporta Today, Fogli dichiara: “Il tempo che passa mi spaventa solo perché ho una bambina di nove anni, il mio giovane amore. Lei ha bisogno di me e avrà bisogno di me ancora per qualche anno“. E ancora: “Mia mamma è in cielo dal 2000, spero che mi faccia da portavoce. Devo vivere ancora un po’ perché voglio proteggere mia figlia piccola. Mio figlio grande lavora, ha trent’anni. Ma la piccola ha bisogno di me ancora. Mi tratto bene, bevo acqua liscia, niente vino, sto bene, Dio mi ha dato energia e passione. Non ho paura di invecchiare, ma voglio invecchiare con calma. Non voglio lasciare il mondo all’improvviso. Non sono ancora pronto”.
Poi parla della storia d’amore con Patty Pravo e dell’addio ai Pooh, storica band: “Il nostro manager fece conoscere Nicoletta a me e Facchinetti. Lei mi guardò, io la guardai, ed era un bel vedere. E’ affascinante ora, cinquant’anni fa era di una bellezza travolgente. La situazione era calda – ha raccontato – Ci fu una storia tra di noi. Ma questa storia non c’entrava niente con i Pooh. Io non ho voglia di riscrivere la storia, ho fatto la figura del cretino che vede una donna, scappa e butta all’aria tutto. Avevo 22 anni. Successe che dopo un po’ la notizia che c’era la storia tra uno dei Pooh e Patty Pravo provocò un leggero tam tam. Due giornali in tempi diversi uscirono con una foto dei Pooh e una foto di Patty Pravo. E lì successo il finimondo. Mi attaccarono, dicendo ‘siamo rovinati’.
Io rispondevo che non capivo quale fosse il problema. Mi rispondevano che i Pooh erano tutti per uno e per tutti. Io non capivo. Rispondevo che ero sempre con loro, puntuale. Non capivo quale fosse il problema se poi la notte andavo a dormire da un’altra parte“.